Come succede per tutte le altre tipologie di piante, anche le piante carnivore sono soggette ad attacchi di agenti esterni, tra i quali figurano ad esempio gli insetti, gli afidi, le cocciniglie, i coleotteri, gli aracnidi (ragnetto rosso e giallo tra tutti), ma anche virus, funghi, muffe e batteri. Tutti questi agenti possono portare, nel peggiore dei casi, alla morte della pianta. Come fare per contrastarli?

Norme di igiene primaria

Innanzitutto, si può partire da semplici norme di igiene. Quando si semina, si raccolgono talee o si procede ai rinvasi è sempre bene lavarsi accuratamente le mani prima di eseguire l’operazione (questo è già un aiuto importante per contrastare il diffondersi di batteriosi, virosi e muffe, ma anche per evitare l’attacco di acari e cocciniglie). Un secondo elemento importante è scegliere sempre materiali (come terre, vasi e quant’altro) nuovi, che siano stati stoccati in ambienti adatti ad una loro conservazione: quindi, niente ambienti umidi o polverosi e sacchi/barattoli sempre ben chiusi. Inoltre, è buona norma effettuare periodici rinvasi, mantenere puliti i sottovasi e rimuovere le parti secche delle piante.

Azione “meccanica”

Non bisogna farsi confondere dal termine qui usato. Questa categoria può essere considerata, in realtà, come un’estensione delle buone prassi sopra descritte e comprende un insieme di azioni (da intraprendere anche prima che inizino a manifestarsi le patologie della pianta) che sfruttano le risorse naturali: luce, aria, acqua e calore.

Come ben noto, i raggi solari non sono tutti uguali. Alcuni, quelli ultravioletti, hanno un “potere” disinfettante, agendo sul DNA della pianta che vi è esposta e contrastando, quindi, la formazione di muffe e batteri. Si consiglia, dunque, di esporre la carnivora ai raggi solari, di modo che i suoi tessuti possano rimanere sani (attenzione, tuttavia, al tipo di pianta carnivora: non tutte, infatti, gradiscono l’esposizione diretta al sole, pertanto è bene informarsi prima sulle esigenze della specifica pianta). Una delle patologie che vengono contrastate proprio attraverso i cosiddetti “bagni di sole” è l’oidio (conosciuto anche come “mal bianco”).

Per quanto riguarda il giusto apporto d’acqua e la quantità di calore necessari alla pianta per crescere e mantenersi sana nel tempo, questi variano a seconda della tipologia della carnivora, pertanto si rimanda la lettura alle singole schede informative.

Infine, in merito all’azione dell’aria, le piante carnivore hanno bisogno di un ambiente areato per mantenersi in salute. Pertanto, se coltivate in vaso, è consigliabile mantenerle sopraelevate rispetto al suolo (poste su un tavolino o su un piedistallo) e distanziate l’una dalle altre. In inverno, se coperte da appositi teli protettivi per le temperature troppo rigide, è bene che questi siano dotati di un’apertura di cui poter usufruire durante le giornate soleggiate, con temperature sopra lo zero. Il ricircolo dell’aria è molto importante perché asciuga le zone umide non illuminate della pianta ed evita il depositarsi di spore, elementi questi che potrebbero portare alla formazione di muffe.

Azione “biologica”

Questo tipo di contrasto agli agenti patogeni avviene attraverso l’utilizzo di altri organismi, che ne contrastino la diffusione. Così, ad esempio, si possono inserire nel terreno batteri “buoni” che vadano a contrastare quelli “cattivi”, responsabili del marciume della torba, dannoso per le radici della pianta. Un esempio classico di microrganismo “buono” è il trichoderma, utilizzato generalmente per contrastare l’insorgenza dell’oidio.

Azione “chimica”

Nel caso in cui le tipologie di contrasto e le tattiche preventive sopra elencate non funzionino, la soluzione è ricorrere ad insetticidi e acaricidi chimici. Indubbiamente questi rappresentano un rimedio immediato, facile ed economico, tuttavia rimangono pur sempre prodotti industriali, pericolosi per la salute e dannosi per l’ambiente.

Vanno utilizzati, quindi, solo in caso di estrema necessità e bisogna rigorosamente rispettare le norme sanitarie contenute nell’etichetta del prodotto. Per le piante carnivore, l’ideale è utilizzare prodotti spray, perché già diluiti con acqua (il problema dei prodotti granulari o in polvere risiede principalmente nel saper dosare le giuste quantità). Il prodotto, poi, va somministrato durante le ore più fresche, meglio se serali, e la pianta deve disporre di abbondante acqua nel sottovaso.

In commercio esistono prodotti sia da utilizzare per prevenire la formazione di funghi e batteri o l’attacco di insetti, sia per contrastarli una volta colpita la pianta. Si consiglia, comunque, di rivolgersi sempre ad un venditore esperto prima dell’acquisto.